Recupero architettonico di edificio antico - Chiesa dei SS. Filippo-Giacomo
La chiesa dei SS. Filippo e Giacomo faceva parte del monastero delle Suore Cappuccine la cui approvazione fu emanata da Papa Urbano VIII con la bolla dell'8 Marzo 1627.
L'area conventuale, inizialmente limitata, si ampliò fino a comprendere una vasta area di terreni nei pressi di via Lame. All'interno di quest'area le monache possedevano, oltre alle zone da esse coltivate, anche immobili che affittavano o concedevano in cambio di attività utili al monastero.
L’edificio su cui si è intervenuti fa parte di uno di questi anche se non ricalca le forme e le dimensioni originarie.
Dalle ricerche eseguite si è potuto notare che il campanile e l’edificio in cui si è intervenuto fossero una costruzione unica. La presenza di tre aperture nel campanile, oggi tamponate, lo conferma e si può anche presupporre con certezza che i primi piani del campanile erano collegati da una scala che si trovava nell’edificio, mentre alla cella campanaria si accedeva, e si accede tuttora, tramite la scala in muratura che circonda internamente il campanile.
Successivamente, probabilmente a causa del frazionamento che ha diviso i due complessi forse proprio in epoca napoleonica, l’edificio subì delle profonde modifiche, vennero a mancare i collegamenti con i primi piani del campanile e vennero modificate le altezze dei solai dell’edificio.
A seguito dell’acquisto da parte della comunità parrocchiale dell’edificio, si è colta l’occasione per ripristinare l’antico collegamento fisico con gli edifici attigui di proprietà parrocchiale.
L’intervento in oggetto è stato finalizzato al ritorno nell’edificio delle destinazioni d’uso originarie a servizio delle attività parrocchiali della chiesa.